venerdì 25 maggio 2012

LE DIECI FERMATE DI FILO-BLUES

Intervista a Naif Hérin

Sfaccettata e musicalmente indefinibile, sale sul Filo-Blues Naif Hérin, la polistrumentista e cantautrice che ha stregato Lauryn Hill e gli storici componenti della New Power Generation di Prince. Valdostana d’origine ma figlia del mondo, ha ereditato dalla Dora Baltea la sua carica travolgente. Una creatività imprevedibile, recentemente culminata nell’omaggio al grande cantautorato italiano di “Annarosa”, terzo singolo estratto dal suo nuovo album, “Le civette sul comò”.

1) Qual è il peccato peggiore per un musicista?
Aver smesso di credere nella forza della musica.

2) Che cosa ti fa ridere?
Il mondo nei suoi tratti surreali.

3) Associa tre brani a tre stati d’animo.
“La donna cannone” quando la speranza ritorna nel nostro cuore ma sembra più cosciente e più forte di prima. “La cura” quando l’amore ti rende saggio. “Ma il cielo è sempre più blu” quando te ne freghi di tutto e canti.

4) In che cosa credi?
Credo nella bellezza, intesa come espressione di stupore per qualcosa e qualcuno, si manifesta in forma di pensiero, è un’illuminazione. Tutto dopo sembra meraviglioso, è una cosa di cui non puoi più farne a meno, ti fa sperare di averne ancora e ti fa sospirare se non ne hai più.

5) Chi è il musicista più significativo di sempre?
Colui che “significa” in tutto ciò che fa... non lo conosco.

6) Che cosa ti fa più paura?
Il mondo nei suoi tratti reali.

7) La musica svolge un ruolo sociale?
Dovrebbe.

8) Qual è il tuo ricordo musicale più vecchio?
Quattro anni, credo, sulla terrazza di casa, le mie prime canzoni con la chitarra giocattolo a tre corde. Era rossa e le corde erano di plastica trasparente.

9) Qual è il rumore che ti disturba di più?
Quando i pensieri si accavallano fra loro e non trovano destinazione.

10) Cosa non vorresti mai sentire alla radio o vedere in televisione?
Le previsioni meteo, limitano la fantasia.
Ugo Stomeo

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